giovedì, maggio 04, 2006

...é solo un saluto

"Proprio come la politica non può essere separata dalla vita, la vita non può essere separata dalla vita. le persone che si considerano apolitiche non sono diverse; sono già state assimilate dalla cultura politica dominante...solo che non se ne accorgono più".

Pramoedya Ananta Toer è stato tra più grandi scrittori indonesiani del Novecento, sicuramente il più conosciuto in Occidente. Sotto il regime si Suharto Toer fu mandato sull'isola di Buru, una sorta di gulag tropicale. Gli uomini del regime non lo uccisero, come accadde invece ad almeno 1milione di persone accusate di essere comuniste o filo-comuniste, in quanto era già molto famoso in Indonesia e non solo: la prigionia sull'isola, pensavano, avrebbe fatto il lavoro sporco al posto loro . Toer vi rimase rinchiuso per più di 10 anni e di notte, per proteggere se stesso ed i compagni dalla follia vissuta durante il giorno, raccontava quelle storie che ha poi raccolto in 4 romanzi, il più famoso è Figlio di Tutti i popoli.

"Speranza?no,io sono più portato a credere che a dire "lo spero". Sono stufo di sperare. Bisogna credere nelle cose". Così Toer conclude un'intervista pubblicata nel 2000 ma rilasciata qualche anno prima a Marina Forti. Lei e Tariq Alì hanno raccontato un pò di lui ne il manifesto di ieri.

Pramoedya Ananta Toer è morto domenica scorsa all'eta di 81 anni.

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