lunedì, febbraio 22, 2010

Piccoli segnali

La primavera prima o poi arriverà. I raggi del sole indugiano più del solito sul mio tavolo mentre faccio colazione. Le sciarpe iniziano a pizzicarmi, segno tangibile che ormai ne ho abbastanza di tessuti in lana e simili. Le giornate che diventano sempre più lunghe, i primi mazzi di carciofi sui banchi del mercato vicino casa rappresentano ulteriori segnali i quali mi ricordano che prima o poi l'aria cambierà.

venerdì, febbraio 12, 2010

la neve

Appunti sparsi:
-Ho trascorso una parte della mia infanzia in Puglia e, strano a dirsi, era piuttosto frequente che d'inverno nevicasse. Ho un'immagine vivida di quei giorni speciali: io ed altri bambini che scivolavamo da una discesa usando delle buste di plastica, immaginando che fossero slittini. Mi ricordo che era divertente.
- Mi dicono che non si può paragonare la nevicata di oggi a Roma con quella dell'1985. Poco importa...non abbiamo resistito e siamo corsi in strada per giocare a palle di neve.

dalla mia finestra

giovedì, febbraio 04, 2010

come ho fatto questi anni senza la raclette?

Anne, l'amica parigina di Emme è stata fantastica... Si è messa a fornelli (elettrici) per introdurci alla vera cucina francese, quella piena di patate e cipolle. Ho scoperto un elettrodomestico che vorrei nella mia cucina, accanto alla macchina del pane. Abbiamo trascorso delle piacevoli serate, ci siamo scambiati pensieri, suggestioni su libri, musica e ha sopportato il mio francese un po' arrugginito.
E poi ci siamo persi per la città, siamo andati a vedere una mostra, ci siamo specchiati nelle vetrine, ci siamo seduti nei cafè. Una cosa che amo fare a Parigi? Sollevare la testa e osservare quei tetti grigi, che sembrano allo stesso tempo uguali e diversi. E' un gesto che qui a Roma non mi dà lo stesso piacere.

La foto l'ho scattata dalla finestra di Anne.

mercoledì, febbraio 03, 2010

termine dei lavori

Dopo il viaggio a Helsinki ho concentrato le mie energie e il mio tempo per concludere la mia tesi di laurea. I mesi autunnali e la prima parte dell'inverno sono trascorsi di fronte al computer: ho scritto, riscritto, letto e corretto. E senza quasi accorgermene è arrivato quel mercoledì mattina. Tutto sembrava al posto giusto nel momento giusto: le mani sudate poco prima di entrare nell'aula della discussione, la tranquillità inaspettata al momento di sedermi. E poi baci, abbracci, fiori e una corona di alloro sulla mia testa.
"E ora?" è la domanda più ricorrente. Mi muovo per andare alla ricerca di una risposta, penso tra me e me.