venerdì, luglio 02, 2010

verità e bellezza


Accade spesso che alcuni luoghi che possiedono una personalità, indipendenza, originalità e fantasia, non reggano l'urto con una cultura omologante e essenzialmente rappresentata da pub, pizzerie, ristoranti, tavoli selvaggi ad ogni angolo delle strada. Mi fermo qui.
Il Grauco Cineclub è uno di questi luoghi magici. La piccola sala del botteghino ospita le tracce delle attività che si sono susseguite negli ultimi 35 anni. La libreria di legno scuro piena di libri mi ricorda che la conoscenza non ha punti di arrivo ma solo di partenza. I burattini rimandano ad un passato pieno di fermento e di creatività. La scrivania mi riporta alle lunghe sere di inverno trascorse a mangiare biscotti, parlare, scambiarsi ricette vegetariane. Il poster del caro vecchio Bill (Shakespeare) appeso sulle scale che conducono alla sala di proiezione mi accoglie sempre con quel suo sorriso enigmatico. E poi la sala: profumata e accogliente. Io mi siedo sempre nella seconda fila, perché mi piace avere un contatto quasi fisico con lo schermo. Ricordo ancora il primo film che ho visto al Grauco, Casco d'oro di Jacques Becker del 1952. E non dimenticherò l'ultimo film proiettato dal Grauco: L'ultimo spettacolo di Peter Bogdanovich del 1971.

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